DALLA ‘NDRANGHETA AI RAGAZZI Il ministro Fioramonti e il Presidente dell’Antimafia Morra al Centro Polifunzionale Puglisi

Una giornata storica. Lo scorso 14 novembre al Centro Polifunzionale Padre Pino Puglisi, bene confiscato alla ‘ndrangheta e assegnato alla Parrocchia Santa Marina Vergine, nell’ambito del progetto “A-‘Ndrangheta”, promosso dalla Questura di Reggio Calabria, si è tenuto l’incontro “Dalla ‘Ndrangheta ai ragazzi –  La società civile si riappropria dei suoi luoghi” che ha avuto come ospiti e relatori principali il Ministro dell’Istruzione, università e ricerca Lorenzo Fioramonti e il Presidente della Commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra.

 

Il tema principale che ha guidato l’intera giornata è stato quello del riuso sociale dei beni confiscati e in particolare la sigla di un protocollo d’intesa tra MIUR e Commissione Antimafia per l’attuazione di percorsi di alternanza scuola-lavoro in aziende e beni sequestrati e confiscati alle mafie.

Primo appuntamento della giornata è stata infatti la visita del Ministro alla Cooperativa Valle del Marro – Libera Terra, cooperativa sociale nata nel 2004, anche grazie al Progetto Policoro, che gestisce oltre 100 ettari di terreni sequestrati e confiscati alla ‘ndrangheta nella Piana di Gioia Tauro.

Alle ore 10:00 poi il Ministro è arrivato al Palazzo confiscato di via Catena per incontrare i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori di Polistena.

L’incontro aperto dal Dirigente del Commissariato di PS di Polistena, Marco Gagliano, ha visto i saluti di Maurizio Vallone, questore di Reggio Calabria, di Anna Laura Colosimo, vice prefetto vicario, di Michele Tripodi, sindaco di Polistena, di Marcello Zimbone, Rettore Università Mediterranea di RC e di don Pino Demasi, parroco del Duomo e Referente Territoriale di Libera.

Don Pino ringraziando la Questura per aver scelto il Centro come sede della manifestazione in quanto luogo simbolo di riscatto e di liberazione ha affermato che esiste la ‘ndrangheta ma esiste anche la Calabria. Nel suo intervento infatti ha dichiarato che c’è una Calabria che spara e delinque, ma c’è una Calabria che spera, che fiera, si oppone con il potere dei segni, che si sporca le mani per far emergere la buona vita e per affermare il diritto di vivere i propri spazi. C’è una Calabria di tanti giovani protagonisti di una resilienza che vogliono restare qui per abitare i beni confiscati. Noi – ha aggiunto don Pino – stiamo facendo la nostra parte, ma lo Stato faccia la sua parte fino in fondo, questi ragazzi chiedono diritti, a cominciare dal diritto di poter restare nella propria terra.

Gli interventi del Procuratore della Repubblica di Palmi Ottavio Sferlazza, del prefetto Massimo Nicolò dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati, del Sen. Morra, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia e del Ministro Lorenzo Fioramonti si sono intrecciati con le domande degli studenti e delle studentesse del Liceo Statale “G. Rechichi”, dell’ITIS “M. M. Milano” e del Istituto Superiore “G. Renda”.

Per il Ministro la scuola è il più importante presidio di legalità, per cui è dalla scuola che bisogna ripartire per riappropriarci del nostro futuro. Quindi la scuola come volano d’innovazione e di cambiamento, in quanto la scuola deve creare opportunità grazie a laboratori pratici e costruttivi, laboratori di formazione per trasformare le scuole in piccole imprese sociali. Certo, secondo il ministro Fioramonti è anche importante che il mondo dell’economia si colleghi al mondo della scuola. Tante le domande degli studenti, i quali, nel chiedere maggiore attenzione, hanno espresso il desiderio di vedere finalmente valorizzate le tante risorse che la Piana possiede.

Dopo aver incontrato in piazza Peppe Valarioti, vittima innocente della ‘ndrangheta, tutti gli studenti, il ministro Fioramonti e il senatore Morra, insieme a tutte le autorità presenti, hanno gustato il prelibato pranzo preparato e servito da studenti e docenti dell’Alberghiero Renda di Polistena.

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Non lasciamo indietro nessuno.
Offriamo gratuitamente gli spazi sanificati del Centro e l’accompagnamento da parte degli operatori volontari del Servizio Civile Universale.
È così che il Centro traduce in senso pieno la restituzione alla collettività dei beni confiscati alle mafie.
Da beni di pochi al bene per molti.

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