Facendo tesoro della lezione di vita di Paolo Borsellino, uomo dello Stato ligio al dovere, bisogna abituarci a compiere tutti il proprio dovere, rispettando le regole, le persone e le cose, impegnandosi quotidianamente per il bene comune e per riempire di contenuti la democrazia, dicendo no all’omertà e al delegare, facendo tutti insieme antimafia vera.
Messaggi chiari e forti sul fronte anti-‘ndrangheta sono giunti da Polistena, dove ieri, come ogni anno, nell’ambito dell’Estate Ragazzi, il 19 luglio, anniversario della barbara uccisione di Paolo Borsellino e dei ragazzi della scorta, è stata celebrata la Giornata della memoria e dell’impegno. Prima, nel quartier generale dell’Estate Ragazzi, un minuto di silenzio alle 16.58, ora della tremenda esplosione di via D’Amelio, mentre alle ore 18.45 ha preso il via da via Esperia una Marcia silenziosa per le vie principali della città. Dopo sostato in via Trieste, dinnanzi alla stele con incisi i nomi delle vittime innocenti della mafia, il corteo, composto da oltre 500 ragazzi recanti al collo le foto di Borsellino, Falcone e di tante vittime innocenti delle mafie, è giunto in piazza della Repubblica. Ad aprire il lungo serpentone uno striscione con su scritto: “Le loro idee camminano sulle nostre gambe… sui sentieri della felicità”.
In una piazza della Repubblica gremita di tantissimi ragazzi e moltissimi genitori, la cantastorie calabrese Francesca Prestia, con una ballata ha ricordato Lea Garofalo e con una toccante ninna nanna Giusy Pesce. Don Pino Demasi, nel ricordare Paolo Borsellino e tutte le vittime innocenti delle mafie, ha ribadito che al fare memoria deve seguire l’impegno, facendo, ognuno, qualcosa per il bene comune. Appello all’unità da parte del sindaco Michele Tripodi, secondo il quale, “per sconfiggere la ‘ndrangheta bisogna fare rete”. Per la giornalista Rosy Battaglia, presidente di “Cittadini reattivi”, “il fresco profumo della libertà che proviene dai ragazzi ci fa comprendere che, insieme, possiamo cambiare, in quanto il futuro lo possiamo costruire insieme”.
Toccanti le testimonianze di Teresa Cannata e Silvia Ventra, ad entrambe la mafia ha ucciso il padre rispettivamente a Polistena e a Cittanova, fondatrici dell’associazione “Piana Libera” che raggruppa i familiari di numerose vittime innocenti della ‘ndrangheta. Il dott. Gaetano Paci, procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria nel ricordare l’uomo, l’essere umano Paolo Borsellino, ne ha rimarcato l’integrità morale, la dedizione al dovere e allo Stato, senza mai arretrare di un millimetro, andando sempre avanti, anche quando capì che il prossimo, dopo Falcone, sarebbe stato lui ad essere ucciso dalla mafia. “A 25 anni dalla sua uccisione -ha aggiunto il dott. Gaetano Paci- purtroppo ci sono tante cose che non sappiamo, riguardo ad una strategia molto raffinata che va oltre la mafia militare. Non sappiamo ancora chi la prese e cosa contenesse l’agenda rossa di Borsellino.
Dobbiamo fare tesoro del grande lascito di Borsellino, uomo di Stato, che ha reso onore al Paese, ligio al dovere di servire le leggi”. Per il dott. Paci, “a causa di tante sottovalutazioni, il potere della ‘ndrangheta è diventato un potere mostruoso economicamente e militarmente”. “Ciascuno di noi, ognuno nel proprio ruolo -ha concluso Gaetano Paci – è chiamato a compiere il proprio dovere, in quanto la democrazia e il bene comune si riempiono di contenuti se ciascuno di noi fa il proprio dovere”.
Attilio Sergio in GAZZETTA DEL SUD – 20 LUGLIO 2017