Come già avvenuto lo scorso anno, non si è svolta la consueta Marcia della Pace di Capodanno, a causa dell’evolversi della pandemia. Ma non per questo si è fermato il “popolo della pace”, che si è ritrovato egualmente nella nostra Chiesa parrocchiale, Duomo della città per invocare dal Signore il dono della Pace nel corso di una solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dal nostro Vescovo, Francesco Milito, presenti e concelebranti i Parroci della città e altri sacerdoti.
Erano inoltre presenti: il Sindaco della città, Michele Tripodi con la giunta comunale al completo, il sindaco di Scido Giuseppe Zampogna e di Cittanova Francesco Cosentino, nella qualità, rispettivamente di Presidente dell’Assemblea e del Comitato direttivo dell’Associazione dei Comuni della Piana “Città degli Ulivi”, il Sindaco di Giffone, rappresentanti delle forze dell’ordine, della politica e dell’associazionismo.
Nel suo saluto iniziale , il nostro Parroco, riallacciandosi al messaggio del Papa per la giornata, ha sottolineato l’importanza del poter dare vita ad un patto sociale in un territorio quale il nostro che più di tutti sperimenta la povertà educativa, la mancanza di lavoro e spesso l’impossibilità di un dialogo intergenerazionale a causa dell’assenza dei giovani costretti a lasciare la loro terra ed i loro affetti.
“Ambiti, però, – ha affermato don Pino – che non ci trovano del tutto impreparati perché come chiesa, come istituzioni e come società civile stiamo cercando in questi ultimi anni, pur tra mille difficoltà, di investire le nostre idee e le nostre risorse” soprattutto attraverso lo sforzo del “camminare insieme”.
Il nostro Vescovo, da parte sua , ha sottolineato come il messaggio del Pontefice interpelli i cristiani a livello individuale e a livello comunitario.
Da qui la necessità di essere “artigiani” e “ seminatori” di pace attraverso il dialogo, il rispetto reciproco, il “camminare insieme” con fantasia, creatività e generosità.
Necessaria e primaria è quindi la costruzione di una “pace interiore”, l’unica capace di arginare le inimicizie, le divisioni, i conflitti, le violenze e le faide. Alla scuola di Maria e dei pastori, di cui parlava la pericope evangelica proposta dalla liturgia dell’Ottava del Natale.