“Una storia fuori dal comune”

Un interessante dibattito presso il Centro Polifunzionale Padre Pino Puglisi. Protagonisti: Gianni Speranza, già Sindaco di Lamezia Terme, il Magnifico Rettore dell’Università di Macerata Francesco Adornato ed il giornalista Michele Albanese.

La narrazione del giornalista Attilio Sergio sulle pagine della Gazzetta del Sud

POLISTENA – Per far comprendere alle giovani generazioni che la politica è una cosa seria, soprattutto quando perseguendo il bene comune viene svolta come servizio verso la collettività, ha avuto inizio presso il Centro polifunzionale “Padre Pino Puglisi”, bene confiscato e gestito dalla parrocchia del Duomo, la serie di incontri promossi da “Libera”, “Il Samaritano” e dalla stessa parrocchia guidata da don Pino Demasi.

Il primo appuntamento ha visto la testimonianza, della sua decennale esperienza da sindaco di Lamezia Terme, di Gianni Speranza, autore del libro “Una storia fuori dal comune”, che ha dialogato, grazie anche alle domande del giornalista Michele Albanese, con il prof. Francesco Adornato, Magnifico Rettore dell’Università di Macerata.

Don Pino Demasi, aprendo l’iniziativa, ha sottolineato l’importanza del dovere della memoria, che così come ha fatto Gianni Speranza, è capace di trasmettere una testimonianza di politica seria, come servizio al cittadino, alle giovani generazioni. Per il vicesindaco di Polistena, Giuseppe Politanò, la politica, servendo la comunità, deve guardare esclusivamente ai bisogni della gente, valorizzando il bene comune. Il prof. Adornato, cittanovese doc, soffermandosi sul libro “Una storia fuori dal comune”, ha, tra l’altro, sottolineato: “un libro che narra, non in maniera referenziale, di un’esperienza politica straordinaria, vissuta, senza ostilità, con passione autentica, attraverso anche un’emozionante descrizione del territorio.

Una testimonianza di militanza politica motivata da generosità ed umanità verso la propria comunità, con un’attenzione particolare verso i bisognosi e i disabili, sempre vicino ai giovani”. Per il prof. Adornato, è giunto il momento di tornare all’aggregazione di base territoriale, alla politica come servizio, guardando ai movimenti di matrice cattolica. Gianni Speranza, raccontando la sua Lamezia, ha innanzitutto ammesso gli errori commessi, “volevo cambiare il mondo e ho invece imparato che ci si deve applicare h24 sui problemi quotidiani dei cittadini”, ma ha anche ricordato gli ottimi risultati raggiunti da un sindaco civico che ha dovuto però fare i conti con una Regione che era ed è rimasta “ingovernabile”.

Speranza ha anche ammesso di aver avuto contro, durante le sue due sindacature, le fasce borghesi della città, alcuni imprenditori di fuori Lamezia e le logge massoniche, avendo invece avuto sempre vicini i giovani, le parrocchie e le forze dell’ordine. Da sindaco, infatti, ha pagato a caro prezzo la sua spasmodica ricerca della crescita civile della sua città, oltre alla lotta decisa alle organizzazioni mafiose e criminali. Lo stesso Speranza ha anche affermato che rifarebbe, da indipendente, ma soltanto per un solo mandato, il sindaco della sua città, avendo un’ostinazione nella speranza: “Lamezia si può governare, la verità è che siamo isolati come Calabria, c’è bisogno di un autorevole interlocutore politico nazionale, per risolvere i problemi atavici di questa terra, migliorando l’autonomia dei Comuni”.

Gazzetta del Sud 07.01.2022

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