Don Pasquale Ciano ordinato presbitero

Venerdì 3 gennaio 2020 alle ore 17.30 nella Chiesa Cattedrale – Santuario Maria SS. Annunziata di Oppido Mamertina è stato ordinato  PRESBITERO per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del nostro Vescovo, S.E. Mons. Francesco Milito. Grande la riconoscenza al Signore e la profonda commozione da parte di tutta la nostra  comunità, che sì è stretta attorno al  novello Sacerdote non solo il giorno dell’ordinazione , ma  anche il giorno della sua Prima Messa solenne in Parrocchia, celebrata domenica 05 gennaio alle 11.30.

 

Di seguito l’omelia che il nostro Parroco, don Pino Demasi, ha tenuto alla Prima Messa in Parrocchia di don Pasquale.


Sorelle e fratelli carissimi, carissimo don Pasquale

è ancora viva l’emozione in tutti per la bella celebrazione nella Cattedrale di Oppido, in cui sei diventato sacerdote in eterno. E non credo di urtare la suscettibilità di qualcuno se affermo che l’emozione nel mio cuore è al massimo grado, perché il giorno che ti sei avvicinato a me, agli inizi del mio servizio pastorale in questa parrocchia,  tutto avrei sognato ma non quello che ti avrei visto un giorno Sacerdote. Effettivamente le vie del Signore non sono le nostre e Tu, oggi, sei Sacerdote di Cristo.

Il cammino che ti ha portato a questa meta è stato lungo, con il suo inevitabile carico di fatiche ma anche di gioia. Ma sappiamo tutti che si tratta di  falso arrivo, perché in realtà è un inizio. Con l’ordinazione presbiterale, per te è  tutto cominciato nuovamente. E’ una vita nuova la tua perché sei stato chiamato da Cristo , Colui che fa nuove tutte le cose, l’unico che può rendere nuova una vita, al di là delle età e delle esperienze.

Ma chiediamoci. Perché, Signore, hai scelto Pasquale?

Il Signore ti ha scelto, Pasquale, perché ti ama e ci ama. Il Signore non ti ha scelto per tuo merito, per la tua preparazione, perché sei bravo.

Al contrario, e il Mistero del Natale  che stiamo celebrando e che è essenzialmente mistero d’amore, ce lo ricorda.

La vocazione, qualunque vocazione, è uno sguardo d’amore da parte di Dio verso l’uomo e Dio ha avuto uno sguardo d’amore per te, Pasquale, come lo ha  avuto per il giovane  ricco, per i discepoli sulla riva del mare, come lo ha  avuto per Pietro che lo aveva tradito.

Dio ha scelto te, ti ha preso nella periferia della storia, fuori dell’accampamento e ti ha reso numero primo.

Non vi è altra ragione. Tutto è racchiuso  in una sola parola: la Misericordia di Dio su di te e su questa comunità. Il Signore ti ama e ci ama.

Con l’ordinazione sacerdotale è scesa su di te, sulla tua famiglia, su questa comunità la grazia della  fedeltà del Signore e della sua Misericordia.

Per che cosa ti ha scelto il Signore?

Dopo averti scelto, ce lo ha ricordato Paolo, come ha scelto ognuno di noi, “…. (Dio) ci ha scelti per essere santi ed immacolati di fronte a Lui nella carità”, ti ha scelto e ti ha costituito per il bene degli uomini.

Come dice la lettera a gli Ebrei al capitolo 5 “ Ogni sommo sacerdote preso tra gli uomini viene costituito per il bene  degli uomini, nelle cose che riguardano Dio per offrire doni  e sacrifici per i peccati.

Ti ha scelto per la speranza del mondo, perché tu possa aiutare il cammino di quella speranza che geme nel cuore  di tutti gli uomini.

Ti ha scelto perché l’immensa speranza dell’umanità di essere liberata si attui anche mediante il tuo ministero sacerdotale.

Che cosa si attende da te il Signore, Pasquale, per questa missione?

A questa terza domanda, il Signore risponde  che non vuole da te nulla di straordinario, non attende  da te delle opere eroiche, ma attende semplicemente  che tu rimanga unito a Lui. E’ stato l’amore, la Misericordia di Dio che ti ha scelto e oggi ti viene chiesto di affidarti incondizionatamente a questo Amore.

Gesù ti invita  ad un amore che è contestazione del mondo , delle sue incertezze, delle sue paure, delle diffidenze, delle incostanze, delle apostasie che minacciano ogni cammino quotidiano.

Dovunque tu vai, in qualsiasi angolo tu consumi l’esistenza devi diffondere attorno a te il buon profumo dell’amore misericordioso di Cristo.

Sì, Tu sei stato e sei oggetto della Misericordia di Dio e allora vivi il tuo sacerdozio in questa logica.

La misericordia che il Signore ha usato verso di Te, tu devi testimoniarla agli altri.

Il Signore  si attende da Te in modo particolare questo: essere uomo di misericordia e di compassione, vicino alla gente e servitore di tutti … Chiunque si trovi ferito nella propria vita, in qualsiasi modo, deve  trovare in te  attenzione e ascolto … C’è bisogno di curare le ferite, tante ferite! C’è tanta gente ferita, dai problemi materiali, dai problemi di ogni genere,  dalle illusioni del mondo… Tu devi essere essere lì, vicino a questa gente. Devi sempre avere un cuore che si commuove. Devi lasciarti scavare l’anima dalle lacrime della gente.

Ricordati che Il tuo cuore trafitto dall’amore del Signore rimarrà saldo in Lui nella misura in cui  non ti lascerai  attrarre dalla suggestione del momento o non andrai  di qua e di là in cerca di consensi e di autoreferenzialità, ma nella misura in cui sarà un cuore aperto e disponibile ai fratelli, nella misura in cui vivrai la tua vita come un dono.

Cammina per le strade del mondo, missionario di giustizia e di pace.

Sarai un sacerdote felice nella misura in cui sarai un vero missionario.
Non si scappa: o missionari o… dimissionari.

Ricordati che l’assiduità liturgica nel tempio non ti riscatterà dalla latitanza missionaria sulla strada. Ma, nello stesso tempo, non dimenticarti mai di fermarti e di fare il pieno’ perché in un’eccessiva frenesia pastorale c’è la convinzione che Dio non possa fare a meno di noi .

Per una felice coincidenza, Pasquale, sei stato ordinato presbitero nel giorno genetliaco di don Francesco Mottola, il quale ai suoi figli raccomandava sempre di essere, e lo  è stato per primo lui, “certosini della strada”.

Bene. Noi preghiamo e ti auguriamo di essere un certosino della strada. Possa il tuo sacerdozio essere vissuto con lo stesso spirito del Santo prete di Parghelia, la cui testimonianza di vita è racchiusa in queste parole che sono state consegnate a me il giorno della mia ordinazione e che io consegno a te, a nome mio personale e di questa comunità:

“Nella mia terra di Calabria ho rifatto in ginocchio la Via Crucis; sono passato per  tutti  i villaggi, sono sceso in tutti i tuguri, ho transitato per  tutte le quattordici stazioni. Ho sentito il singhiozzo della mia gente nel mio povero cuore. La gente di Calabria nel suo itinerario dolorosissimo non ha conforto, come Gesù, e bisogna confortarlo nella salita necessaria al Calvario

In queste nostre strade inchiodate dal potere mafioso, troverai tante croci: accettale  e prendile con te. Porta con gioia sulle tue spalle le croci di tutta quella gente che è costretta a fare drammaticamente i conti con speranze deluse e attese frustate o è stata costretta  a rimanere immobile perché qualcuno gli ha bloccato i piedi e le braccia con pesanti macigni. Portando sulle tue spalle le loro croci, li aiuterai ad incontrare in te il volto del Signore misericordioso.

“Duc in Altum”! Prendi il largo. Noi Ti accompagniamo, Pasquale, con il nostro affetto e con la nostra preghiera.

E ti accompagni e soprattutto ti mostri la via, la Vergine Maria, che veneriamo come l’Odigitria, colei che mostra la via.

 

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