Padre Patriciello inaugura in Parrocchia il ciclo di incontri “Per una ecologia integrale”

ECOLOGIA INTEGR 24 02 16

“Basta deleghe in bianco. La strada da percorrere è il dialogo tra istituzioni. Lo Stato, da noi, non ha fatto il suo dovere. Da 150 anni, noi del Sud, siamo sempre trattati da ruota di scorta, perché questo Sud è ancora così maltrattato? Il popolo è stanco, non ne può più, vuole verità ed onestà.

E’ il momento che un popolo intero rialzi la testa per pretendere i propri diritti. Ora basta. Un popolo in piedi, che rivendica dignità, che non si china più davanti a nessuno. Occhi aperti quindi, questa battaglia la vinciamo solo insieme”. Con queste parole, in un Duomo gremito, padre Maurizio Patriciello, il parroco del quartiere Parco Verde di Caivano, uno dei simboli della battaglia condotta nella Terra dei Fuochi, ovvero quell’area compresa tra la provincia di Napoli e Caserta, avvelenata dai rifiuti tossici che hanno seminato morte nel corso degli ultimi decenni, ha inaugurato il ciclo di incontri “Per una ecologia integrale” organizzato dalla parrocchia del Duomo di Polistena, guidata da don Pino Demasi.

“Questo ciclo d’incontri – ha sottolineato in apertura, il referente di Libera e parroco del Duomo, don Pino Demasi- vuole essere una risposta all’invito di Papa Francesco con la “Laudato sii”, ad elaborare in maniera piena e consapevole un’etica, una spiritualità e una cultura della cura della Casa comune. Papa Francesco parla di una vera e propria conversione ecologica, che passa attraverso il recupero della relazione con Dio, con il prossimo e con la Terra. Padre Maurizio, rappresenta la testimonianza di un credente e di un sacerdote che si è sporcato le mani insieme alla sua gente vittima della non cura dell’ambiente”.

E’ stato il capo redattore di “Avvenire”, Antonio Maria Mira, a formulare una serie di domande al prete che anni fa, davanti ad una serie impressionante di morti, tra cui tanti bambini, per tumore, ha deciso di occuparsi dei roghi dei rifiuti, ponendosi alla testa del Comitato “I nostri figli muoiono”. Padre Maurizio, nel presentare l’enciclica Laudato sii, ha raccontato la sua esperienza pastorale nella Terra dei Fuochi. “Sono sceso in campo -ha affermato il parroco del quartiere Parco Verde di Caivano- perché chi doveva fare il suo dovere non l’ha fatto.

La camorra ha fatto l’unico mestiere che sa fare, camorristi, ‘ndranghetisti, mafiosi, non vogliono bene a nessuno, nemmeno a se stessi o ai loro figli, è gente incapace di amare”. Padre Patriciello ha puntato anche il dito contro gli industriali del centro-nord, rei di aver avvelenato, con gli scarti velenosi delle loro industrie, le terre della Campania, guadagnando miliardi sulla pelle della gente. Dopo aver lanciato un allarme “attenzione, qui a Polistena siete pieni di amianto”, padre Maurizio Patriciello ha invitato la gente a svegliarsi, a controllare il potere, a dare fastidio ai parlamentari che si eleggono, in quanto “di fronte a questo scempio non si può continuare a far finta di non vedere”.

Il ciclo d’incontri per un’ecologia integrale, proseguirà il 10 marzo prossimo, quando toccherà invece al Capo della Direzione Distrettuale antimafia di Reggio Calabria, dott. Federico Cafiero De Raho, anche lui “reduce” dalla Terra dei Fuochi, “scoperchiare la pentola” di una Piana di Gioia Tauro, certamente non meno avvelenata della Terra dei Fuochi, stando alle statistiche che ci parlano di un alto tasso di mortalità “tumorale”.

 
POLISTENA – Attilio Sergio (Gazzetta del Sud, Venrdì 26 febbraio 2016)

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